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Gli effetti sulla salute della carenza nutrizionale di iodio

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Gli effetti negativi della carenza nutrizionale di iodio si possono verificare in tutte le fasi della vita. Lo iodio, infatti, è il costituente fondamentale degli ormoni tiroidei, la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3), i quali svolgono un ruolo determinante nelle fasi dello sviluppo e dell’accrescimento, come pure nel mantenimento dell’equilibrio metabolico dell’organismo adulto. Pertanto, la carenza iodica si traduce in quadri morbosi le cui manifestazioni variano in funzione del periodo della vita interessato da questo deficit, anche se gravidanza e infanzia rappresentano le fasi in cui gli effetti possono essere più gravi. Questo perché gli ormoni tiroidei sono indispensabili per un adeguato sviluppo del sistema nervoso centrale che inizia durante la vita fetale e continua fino ai primi anni di vita.


La strategia raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’eradicazione dei disturbi da carenza iodica a livello di popolazione è quella di utilizzare come veicolo di iodio il sale alimentare, arricchendolo con opportune quantità del microelemento. Lo iodio contenuto nel sale arricchito, aggiunto al poco iodio contenuto naturalmente negli alimenti, consente quindi di soddisfare il fabbisogno giornaliero di iodio che, per un adulto, è di 150 µg, mentre in gravidanza e durante l’allattamento è maggiore (250 µg). A tale riguardo è importante sottolineare che il consumo di sale arricchito di iodio non è in contrapposizione con le raccomandazioni per la riduzione del consumo di sale (non più di 4-5 gr. al giorno) finalizzata alla prevenzione dell’ipertensione e delle malattie cardiovascolari. Infatti, la quantità di iodio aggiunto al sale da cucina (30 ppm) consente un apporto iodico adeguato con un consumo di sale contenuto nei limiti suggeriti dai cardiologi e dai nutrizionisti.
 


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